Il Flamenco nasce dall’intreccio delle tradizioni culturali e musicali dei diversi popoli che si sono stabiliti in Andalusia (in particolare nel triangolo geografico tra Siviglia, Cadice e Cordoba) con il ricco folclore autoctono, da sempre sensibile a influenze orientali. Questo incontro ha dato origine a un grande numero di stili diversi (i palos) che formano la trama del complesso tessuto chiamato Flamenco. In Andalusia la musica e la danza sono parte integrante della vita quotidiana, manifestazione della gioia di vivere e dell’amore per la propria terra e per la propria gente. Verso la fine del secolo XIX, con la creazione dei caffès cantantes (locali notturni dove a spettacoli di varietà venne affiancato il Flamenco), gli interpreti diventano professionisti e si confrontano con un pubblico nuovo: è la Età dell’oro del Flamenco. Il Flamenco si sviluppa e si codifica (soprattutto ballo e guitarra); si creano nuovi stili, si affinano le forme, si amplia il repertorio. Si insiste su temi come l’amore, il destino, la fatica di vivere, la morte, la miseria, la solitudine, temi universali che hanno permesso che il flamenco arrivasse a diventare un modo di sentire non solo dei gitani e degli andalusi, ma di tutti coloro che condividono una particolare visione del mondo. Il Flamenco è oggi un’arte che spazia dal piccolo locale, il tablao, ai palcoscenici dei maggiori teatri del mondo. Ciò che importa è la sincerità espressiva, la generosità e l’alienazione dell’interprete, caratteristica dell’arte più pura, in una parola: il duende. Il Flamenco di Nadia Canderoli e Elisa Diaz, Xenia Tascabili, 1998, Milano. Il giorno del Flamenco è il 16 novembre che commemora il giorno in cui fu definito Patrimonio Culturale Immateriale de la Umanità dall’Unesco nel 2010.
Corpo,mente e duende : Flamenco
