Dieta ed attività fisica: Combinazione ideale

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La combinazione di regime alimentare associato a un programma di attività aerobica fornisce uno strumento di grande flessibilità per realizzare un bilancio calorico negativo e indurre un calo ponderale in casi di modesto sovrappeso sia nei bambini sia negli adulti; si tratta di una soluzione di ben più potente della semplice dieta o della sola attività fisica.

Ad esempio, come può un soggetto associare dieta  e lavoro fisico per ridurre la massa corporea di 0,54kg a settimana per arrivare a un calo ponderale totale di 9,1kg (almeno 20 settimane di lavoro).

Il deficit calorico deve essere di 3500 kcal, cioè 500kcal al giorno, inserendo una attività fisica del costo energetico di 350kcal, tre  volte alla settimana, comporta un dispendio energetico di 1050kcal. Pertanto al restrizione calorica deve essere di 2400kal settimanale.

Aumentando l’intensità di lavoro del 10% (esempio correre 1 km invece di 6′, correre a 5’,40’’) comporta un aumento proporzionale del consumo energetico , in pratica 350kcal in più alla settimana.

Spero di aver spiegato bene che l’associazione tra l’attività sportiva e la dieta ipocalorica rappresenta un ottimo metodo per ridurre il peso corporeo. Un altro vantaggio di questo approccio è quello di evitare la sensazione di fame e di stress psicologico che si ha nel caso di una sola restrizione dietetica. Vi è l’evidenza che il lavoro aerobico o di potenza evitano la riduzione della massa magra che invece si verifica nel caso della sola restrizione alimentare. Questo si verifica in quanto l’attività fisica facilita il processo di lipolisi, favorisce la sintesi proteica piuttosto che il catabolismo (come si verifica nel caso di digiuno). Il risparmio della massa magra fa si che la maggior parte della perdita ponderale sia sotto forma di massa grassa.

Attività fisica e vene varicose

L’incontinenza delle valvole venose, oltre ad alterazioni strutturali e funzionali della parete venosa stessa, porta alla patologia diffusa come vene varicose.

La patologia si presenta spesso in forma più grave nel caso di vene superficiali degli arti inferiori, che sono già normalmente esposte a una pressione idraulica legata al fattore gravitazione che tende a sfiancare la parete delle vene stesse.

Il processo degenerativo a carico della parete può complicarsi con lo sviluppo di una infiammazione detta flebite.

Spesso il trattamento delle vene varicose è chirurgico e consiste nell’asportazione della vena malata.

Ovviamente dopo la rimozione della vena superficiale, l’organismo deve servirsi del sistema profondo.

Per i soggetti affetti da vene varicose si consiglia la pratica di esercizi che implicano la contrazioni muscolari elevate e mantenute per un certo periodo di tempo, infatti mantenere la contrazione muscolare all’inizio causa una spremitura sulle vene cui non segue una fase di riempimento della vena legata la rilasciamento muscolare, inoltre alcuni tipi di sforzi connessi con lo sviluppo di forze elevate, si ha la contrazione dei muscoli addominali e l’aumento della pressione addominale che  ostacola il ritorno venoso dagli arti.

La pratica di una regolare attività fisica non previene lo sviluppo di vene varicose, però un’attività fisica che comporti ritmiche contrazioni della muscolatura degli arti facilita il ritorno venoso e pertanto contrasta l’accumulo di sangue che tipicamente si verifica nelle vene varicose.

Consulta sempre il medico prima di andare in palestra.