Come l’allenamento migliora i nostri muscoli

L’etimologia della parola allenamento deriva da : AD LENAM, ossia acquisire fiato e resistere allo sforzo, quindi aumentare la forza. L’allenamento rappresenta lo stimolo biologico che consente al nostro organismo di adattarsi ad una situazione di stress massivo.

L ‘adattamento è quel complesso di reazioni sistemiche non specifiche che si verificano nell’organismo dopo l’esposizione di uno stress prolungato, intendendo per stress la reazione tendente al ripristino dell’equilibrio alterato da una sollecitazione indotta da uno stimolo esterno. Lo stressor principale nell’allenamento è l’esercizio fisico e più precisamente dall’attività muscolare.

Le modificazioni che il muscolo subisce possono riassumersi in ipertrofia, perdita di grasso sottocutaneo e capillarizzazione.

Il muscolo dell’atleta che appare tonico, asciutto è ben evidente perché utilizza il grasso sottocutaneo come materiale energetico oltre che ad una perdita di acqua. La modificazione più importante è la capillarizzazione , cioè l’apertura di tutti i capillari muscolari, cioè anche quelli che nel sedentario sono chiusi, secondo nuovi studi si pensa anche alla formazione di nuovi capillari . Questo adattamento permette al muscolo allenato di lavorare in aerobiosi a livelli di prestazioni che richiedono nel muscolo non allenato l’intervento di meccanismi anaerobici.

La contrazione del muscolo, porta all’ipertrofia, ossia ad un aumento del volume di ogni singola fibra.

Uno degli effetti principali dell’allenamento è quindi quello di aumentare il reclutamento contemporaneo di unità motorie ed il volume del muscolo, che come abbiamo gia detto non si verifica a carico del numero delle miofibrille ma con aumento della ipertrofia delle stesse.

L’ultimo cambiamento muscolare indotto dall’allenamento è l’aumento di potenza mediante le sue contrazioni, sia perché assistiamo ad un aumento locale delle riserve energetiche sia perché il muscolo allenato è più sensibile a rispondere allo stimolo nervoso quindi più pronto all’ordine della volontà.

Ricorda sempre che per avere ottimi risultati non deve mai mancare una dieta equilibrata.

buon allenamento

Lesioni della cuffia dei rotatori

Nel 75% dei casi di dolore alla spalla, la principale causa è il tendine del muscolo sovra spinato della cuffia dei rotatori .

Il muscolo sovra spinato, insieme al deltoide, solleva il braccio per iniziare l’abduzione. Se è presente una lesione completa, l’atleta non può mantenere il braccio sollevato sul piano scapolare tra i 60° e 120° e deve abbassare la spalla.

Il punto più debole del tendine sovra spinato è la parte che forma la cuffia sopra l’articolazione, in un’area che si trova a 1 cm dall’inserzione del tendine sull’omero.  In questo punto che molto spesso avvengono le rotture, possono essere parziali che totali.  Nell’area vulnerabile del tendine sovra spinato è presente una rete di capillari che con il trascorrere del tempo, causa un uso eccessivo, si assiste ad un decremento del flusso sanguigno causando tipiche alterazioni degenerative responsabili di una ridotta flessibilità ed un aumento della fragilità della struttura.

Le cause delle lesioni sono  o sindrome del conflitto(primitivo o secondario)  oppure tendinite da sovraccarico, in ultimo da traumi.

La sindrome del conflitto primitivo avviene frequentemente a un’età di 40 anni, mentre il secondario è per gli atleti più giovani.

La tendinite da sovraccarico è frequente negli atleti più giovani, è facile che questi atleti presentino una asimmetria della mobilità della spalla cosi come uno squilibrio nella forza e nei muscoli periscapolari, costringendo i muscoli della cuffia dei rotatori a lavorare più intensamente.

I traumi invece possono causare una lezione in seguito al ripetere i seguenti gesti meccanici, lanci sollevamenti , cadute sulla spalla .